Le porte



Le porte

Quando ci si trova nella necessità di dover scegliere le porte interne del nostro appartamento sarebbe opportuno considerare molto attentamente due punti fondamentali:
  • quali funzioni deve assolvere l’infisso;
  • il verso di apertura in funzione delle dimensioni del vano.
Parti costituenti la porta




Alle questioni di ordine tecnico che abbiamo appena elencato, vanno poi aggiunte le scelte estetiche che coinvolgono tutte le componenti dell’infisso (dalla finitura esterna all’inserimento di vetri decorativi nell’anta, dal tipo di impiallacciatura fino alla scelta di pomoli o maniglie).Per evitare equivoci è bene precisare le definizioni di tutte le varie parti che compongono una porta:
Il VANO è l’apertura lasciata nel muro per inserirvi la porta. Le porzioni verticali di muro che delimitano il vano sono gli stipiti, mentre quella orizzontale superiore è l'architrave.
Il falso telaio o controtelaio è l’insieme di profilati in legno o lamiera di ferro zincato che costituiscono una sorta di cornice. Questa viene inserita nel vano, agganciata al muro, e funge da collegamento tra la parte muraria e l’infisso.Il serramento o infisso è composto a sua volta da due elementi: il telaio fisso e quello mobile.
Il telaio fisso è composto dai montanti, profili verticali, e dalla traversa, elemento orizzontale posto alla sommità del telaio. Gli elementi costituenti il telaio fisso sono uniti tra di loro agli angoli con giunti del tipo maschio-femmina.
Telaio telescopicoIn commercio è possibile trovare particolari telai telecopici che facilitano il montaggio. Infatti spesso ci si trova di fronte a pareti irregolari o ad un intonaco mal eseguito, questo porta ad un difficoltoso montaggio dell’infisso stesso. Con i telai telescopici, che possono essere allargati e ristretti, è possibile una perfetta istallazione della porta con qualsiasi spessore di muro.
Inoltre con il sistema ad incastro l’assemblaggio viene portato a termine senza viti a vista e senza interventi di falegnameria.Il telaio e l’anta possono essere acquistati separatamente, quindi combinati con colori e materiali differenti.I coprifili sono gli elementi longitudinali che, formando una cornice intorno all’anta, nascondono le interruzioni tra il muro, il controtelaio ed il telaio.
Parti costituenti l'antaIl telaio mobile o anta è a sua volta costituito da un telaio e dal tamponamento. Per completare l’anta vengono montate le guarnizioni, la serratura e la maniglia. Le ferramenta (maniglie, cerniere, serrature, ecc.) sono tutte quelle parti metalliche utilizzate per il montaggio e/o la manovra dell’infisso. La maniglia, completa di placca, viene fissata all’ossatura dell’anta mediante delle viti.
Alla placca è coordinata la serratura che può essere a ghiera o a placca. Entrambe devono garantire un ottimo funzionamento e contemporaneamente devono essere solidali con la porta, tanto da formare un tutto unico. Questi elementi, oggetto di studi di design, sono caratterizzanti da un punto di vista estetico.
Le cerniere collegano l’anta al telaio e ne stabiliscono il senso di rotazione; possono essere visibili o a scomparsa. Alcuni modelli sono reversibili ossia consentono di stabilire il senso di apertura al momento della posa in opera, il tutto senza rimuovere i coprifili o altre parti del telaio. Le cerniere più moderne, le anuba, sono filettate e registrabili, quindi consentono la regolazione dell’anta sia in altezza, che in profondità ed in larghezza. Le guarnizioni sono elementi elastici la cui sezione è di forma circolare, in gomma o PVC, che vengono inseriti a pressione senza collanti negli appositi alloggiamenti, in genere sulla battuta interna del telaio fisso. Queste hanno svariate funzioni:
  • ammortizzano gli urti provocati dall’impatto tra battente e telaio;
  • contribuiscono ad una buona insonorizzazione ed al mantenimento della temperatura nell’ambiente;
  • impediscono il passaggio delle polveri.
Per finire ci sono le viti che devono essere di buona qualità in modo tale che garantiscano la resistenza all’allentamento dovuto all’uso, all’ossidazione e alla ruggine.In alcuni casi possiamo trovare porte con ilsopraluce: questo è un telaio, in genere con anima vetrata che viene posto al di sopra della porta quando il vano è molto più alto dello standard e serve appunto per riportare la porta alle dimensioni tradizionali. Il vetro viene utilizzato per dare luce agli ambienti retrostanti poco illuminati (in genere corridoi).




In linea di massima, il materiale più usato per la realizzazione delle porte è il legno. Affinché quest’ultimo resista sia agli agenti chimici che a quelli atmosferici generando un prodotto di qualità, è necessario sottoporlo a processi di lavorazione ed a trattamenti adeguati. Innanzi tutto è importante che l’albero venga tagliato in una stagione particolare che dipende sia dalla latitudine che dal clima. Subito dopo l’abbattimento, i tronchi devono essere sottoposti ad un periodo di stagionatura (trattamento di essicazione) che può essere lenta e naturale o realizzata industrialmente mediante essiccatori ad aria calda o a vapore. Tale trattamento è necessario per limitare la capacità di assorbire e trattenere l’umidità. Dopo l’essiccazione prendono il via le prime lavorazioni dalle quali si ottengono prodotti semilavorati, come ad esempio:
  • il legno listellare, ottenuto mediante l’incollaggio di listelli di abete o pioppo essiccati; il prodotto finito ha identiche caratteristiche estetiche del legno massello, ma certamente una migliore resa tecnica e meccanica;
  • il legno truciolare, costituito da frammenti di legno impastati con leganti a base di resine sintetiche, poi pressati a formare pannelli con spessore uniforme;
  • il multitrato di pioppo, costituito da più fogli di legno con spessori diversi incollati l’uno sull’altro;
  • il medium density fiberboard (MDF) ossia pannello in fibra a media densità, si ottiene dalla lavorazione di scarti del legname trattati con vapore sotto pressione. Le fibre così ottenute vengono poi lavorate ed essiccate, infine vengono incollate tra di loro con collanti termoindurenti. Il prodotto ottenuto ha un’ottima compattezza, coesione e stabilità nel tempo, inoltre ha una maggiore resistenza tanto da essere sufficienti spessori di 6 mm.
Per chiudere, poi, tutti i pori del legno, e proteggerlo dall’umidità, è necessario terminare la lavorazione con la verniciatura (sono sufficienti due o tre mani). È possibile utilizzare uno dei quattro tipi di vernice presente sul mercato:
  • trasparente: forma un film duro e resistente su tutte le parti del legno;
  • tonalizzata: ottenuta mediante l’impiego nella prima mano di un prodotto colorante sul quale viene poi stesa la vernice trasparente;
  • laccatura: vengono passati più strati di vernice (le più utilizzate sono quelle poliuretaniche) satinata opaca o brillante. La qualità di questo trattamento dipende dalla quantità di vernice utilizzata e dall’accuratezza con la quale viene effettuato il procedimento.
  • La laccatura al poliestere ha come caratteristica la formazione di una pellicola solida, dura e brillante.
Parte determinante della porta, anche e soprattutto da un punto di vista estetico, è l’anta. Cercheremo ora di analizzare i materiali che la costituiscono, le finiture e le possibili forme.
Come precedentemente accennato, l’anta è formata da un telaio che racchiude una tamponatura. A seconda del tipo di tamponatura possiamo avere:
  • ante ad anima piena: l’anima è costituita da pannelli in materiale omogeneo, come frammenti di legno o multistrati. Tali porte hanno come caratteristica una buona resistenza e un buon isolamento acustico;
  • ante tamburate: il telaio è in legno massello, in genere d’abete, in quanto questo materiale garantisce l’indeformabilità della struttura nel tempo. Il tamponamento è costituito da una struttura alveolare a “nido d’ape” (spesso cartone) sigillata da pannelli di legno (MDF o compensato). Il prodotto ottenuto ha una buona resistenza agli urti e a deformazioni dovute all’umidità, inoltre è leggera ed economicamente più conveniente di una porta in massello;
  • ante in legnolistellare: al posto della struttura a “nido d’ape” si utilizza il legno listellare che in genere viene rivestito con essenze di legno pregiato. Quest’anta ha gli stessi pregi di una in legno massello e, in più, è particolarmente resistente alle variazioni di temperatura.
  • ante in vetro: in genere a tale tipo di anta vengono accostati profili in alluminio che ne valorizza le qualità estetiche. L’alluminio, indeformabile per la sua conformazione interna, forma telai molto leggeri che vengono quindi spesso utilizzati per porte a doppia anta o con grandi dimensioni. Il vetro spesso è opaco e serigrafato.
Per quanto riguarda la forma, possiamo avere:
  • ante cieche (o piene): la pannellatura che riveste il tamponamento è compatta e liscia senza lavorazioni superficiali. I pannelli sono in legno naturale o verniciati con sistemi di laccatura opaca o lucida. In commercio è possibile trovare una svariata gamma di colori. In genere sono le più economiche;
  • ante a 1 o 2 specchiature cieche: i pannelli di rivestimento sono arricchiti da sagome e/o da disegni classici o moderni. I decori vengono applicati o pantografati, ossia incisi nel pannello stesso. Anche in questo caso possono essere in legno naturale o colorate;
  • ante con inserti in vetro: per le norme di sicurezza in vigore, il vetro dovrebbe essere temperato; questo ha una resistenza cinque volte maggiore di uno normale ed in caso di rottura si sbriciola in piccole parti non taglienti. Nel caso in cui il vetro si trova a meno di 90 cm da terra, secondo la norma UNI 7697 (che sancisce le caratteristiche che ne garantiscono la sicurezza), è bene utilizzare cristalli stratificati antisfondamento: sono costituiti da due lastre di 3 mm ciascuna, unite fra loro su tutta la superficie, con al centro un foglio di materiale plastico detto Pvb. In caso di rottura del vetro i frammenti rimangono incollati. Le specchiature possono essere lisce e/o a griglia inglese (si sovrappone alla lastra di vetro un reticolo fatto di listelli di legno), con decori incisi, serigrafati o inseriti con legatura a piombo. I cristalli possono essere trasparenti o opachi (smerigliati, satinati o acidari - ossia sottoposti a trattamento con acido fluoridrico, unico acido ad intaccare il vetro - , bianchi o colorati – la luce filtra attraverso questi in modo soffuso e uniforme). I vetri possono essere infine colorati coprenti, ossia impediscono alla luce di filtrare.Al posto del vetro è poi possibile utilizzare lo specchio.
Le finiture possibili dello strato superficiale dell'anta sono:
  • laminatura: la superficie è rivestita da cellulosa e resina melamminica protetta da una pellicola; si ottiene così una superficie resistente ai graffi;
  • laccatura: si applicano sulla superficie più strati di vernice satinata opaca o brillante; la superficie diviene così impermeabile e facile da pulire.
Le porte vengono in genere classificate a seconda del sistema di apertura:
Senso di apertura delle porte a battenteporta a battente: è la porta tradizionale e può essere ad una o due ante, lisce o suddivise in pannelli, dotate di maniglia e serratura. Le ottime caratteristiche di isolamento e insonorizzazione acustica sono ottenute mediante la battuta e la guarnizione di tenuta.In questo tipo di porta il senso di apertura si determina tenendo presente che si aprono spingendo l’anta, quindi può essere a sinistra o a destra.In commercio si trovano porte reversibili che permettono di scegliere il senso di apertura al momento della posa in opera.Quando l’apertura è a 180°, il passaggio diventa più agevole e certamente si ottiene un grande impatto visivo. L’utilizzo della doppia anta è perfetto quando, almeno visivamente, si cerca di unire due ambienti.
Porta a libroPorta a libro: in genere si utilizza questo tipo di porta quando non c’è spazio sufficiente per l’apertura della porta. È costituita da almeno due pannelli per anta che, all’apertura, si sovrappongono dimezzando l’ingombro. Lo scorrimento avviene al centro dello stipite e il senso di apertura può essere a destra o a sinistra. L’anta viene fissata al telaio laterale con delle cerniere, ma per rendere il movimento dell’anta più sicuro i pannelli devono essere autoportanti, soprattutto se il vano che si va a chiudere è a tutta altezza.
Porta scorrevole: anche in questo caso ne esistono più di un tipo. Vengono, così, classificate secondo il tipo di scorrimento: interno o esterno al muro.Scorrevole a scomparsa: sfruttando lo spazio in modo razionale permette di risparmiarne circa il 15% rispetto alla porta a battente, sfruttando contemporaneamente anche la parete che confina con il serramento. Vengono chiamate a scomparsa perché l’anta scorre all’interno di un controtelaio incassato nel muro.
Porta scorrevoleQuesto è, quindi, l’unico caso in cui necessita un intervento murario. I controtelai, però, essendo preassemblati, sono facili da montare; in commercio si trovano anche sagomati in modo tale che consentano il passaggio degli impianti, compreso quello idrico. All’interno del controtelaio viene alloggiato un sistema di guide per lo scorrimento: in genere sono monorotaie in alluminio anodizzato che sostengono pesi anche superiori a 80 Kg. Il controtelaio e l’anta possono essere acquistati separatamente; esistono infatti alcune aziende specializzate nella produzione dei meccanismi di scorrimento.Il tipo di controtelaio dipende dal tipo di muro nel quale si va ad innestare:
  • nel caso in cui la PARETE è IN MURATURA, il CONTROTELAIO è formato da lastre in LAMIERA di ACCIAIO ZINCATO, sagomate in modo diverso e irrobustite da doghe; a queste ultime sono agganciate reti metalliche che servono ad ancorare meglio l’intonaco;
  • se la PARETE è IN CARTONGESSO il controtelaio viene fissato a pavimento mediante STAFFE DI ANCORAGGIO a 90°.
I sistemi di scorrimento dipendono dal tipo di chiusura:
  • PORTE AD ANTA UNICA: il battente si trova sul lato opposto al vano utile;
  • PORTE A DOPPIA ANTA: le guide e i cassonetti si trovano su entrambi i lati della parete, a questo va aggiunto un meccanismo di apertura e chiusura che permette di collegare le due ante. Sempre di questo tipo sono le PORTE AD ANTA ACCOPPIATA: nonostante siano costituite da due ante si comportano come se ci fosse un'unica anta, ovvero hanno un solo cassonetto di dimensioni maggiori per l’alloggiamento delle due ante contrapposte. Vengono ovviamente usate nel caso in cui non ci sia spazio per due cassonetti.
  • PORTE AD ANTA TELESCOPICA: anche in questo caso abbiamo un unico cassonetto che consente l’inserimento di due ante a scorrimento parallelo. Particolare è il funzionamento: la prima anta scorre fino alla metà del vano utile, mentre la seconda chiude lo spazio restante. Un ibrido è quello della porta scorrevole a scomparsa con anta a libro: viene utilizzata quando non c’è spazio per una porta a battente e contemporaneamente non è possibile far scorrere per intero la porta all’interno della parete.Scorrevole esterno parete: sono certamente più economiche rispetto alle precedenti (non necessitano di lavori di muratura), ma sono certamente meno efficaci, perché deve essere lasciata libera la parete per consentire lo scorrimento. Quest’ultimo è fissato allo stipite della porta o a soffitto. I binari esterni e i controtelai devono essere calibrati in base al peso delle ante. In particolare è la portata del CARRELLO che deve essere verificata e rapportata alle ante scelte.
  • PORTE ROTOTRASLANTI: è un nuovo sistema che riduce il raggio di apertura che può essere effettuata in entrambi i sensi.
Per completare la panoramica dei diversi tipi di porta, si possono citare i serramenti SPECIALI ossia quelli studiati per garantire un buon ISOLAMENTO ACUSTICO e una buona RESISTENZA AL FUOCO. La norma UNI 9723 prevede che questi serramenti, per essere considerati tali, devono resistere al fuoco e ai fumi per almeno 30 minuti e garantire un isolamento acustico abbattendo rumori di 34 decibel. Le porte FONOISOLANTI e RESISTENTI AL FUOCO devono essere omologate e certificate all’atto dell’acquisto.
Le misure del rilievoLe porte che attualmente si trovano in commercio hanno dimensioni che variano, per un’anta, da 60 cm ad un massimo di 90 cm. In caso di necessità di misure differenti bisogna acquistarle su misura. In linea di massima le dimensioni standard sono di 70 cm di larghezza per porte che danno accesso a vani accessori e di servizio (bagni, ripostigli, ecc.) e di 80 cm per tutti gli altri ambienti. L’altezza standard è di 200/210 cm e lo spessore è in media 10 cm.Per ottenere un rilievo preciso della porta è sempre consigliabile rivolgersi ad un tecnico o direttamente al rivenditore specializzato, soprattutto se si prevedono grandi dimensioni degli infissi, o ante curvate oppure aperture irregolari. Le misure che vengono indicate nel rilievo sono la LARGHEZZA, l’ALTEZZA e la PROFONDITÀ (lo spessore del muro) del vano porta, avendo l’accortezza di misurarle solo dopo aver istallato il controtelaio, aver montato il pavimento e aver terminato le finiture delle pareti (devono essere già montate le piastrelle del bagno e della cucina). Nel caso in cui si tratta di porte da sostituire, vanno escluse dalla misurazione le cornici.
Nel rilievo va pure indicato il verso di apertura della porta per ridurre al minimo l’ingombro e sfruttare meglio la superficie degli ambienti. Per ottenere tutto questo, il verso da preferire, sempre nel caso in cui si parli di una porta a battente con un anta, è quello che avvicina l’anta alla parete perpendicolare più vicina all’entrata. In questo caso lo spazio che è consigliabile lasciare tra anta e parete può variare da 8-10 cm (minimo) fino ai 70 cm che consentono il posizionamento di un armadio dietro la porta.Quando si parla di porte di qualità è possibile richiedere al rivenditore le CERTIFICAZIONI ottenute solo dopo aver sottoposto l’infisso a verifiche stabilite da Norme Europee. Tali prove riguardano la resistenza dell’anta agli urti, all’indeformabilità e alla stabilità:
  • RESISTENZA AGLI URTI: prova sancita con norma UNI EN 85, prevede che l’anta venga posta in orizzontale e su di essa, in alcuni punti, si fa cadere una biglia di peso determinato. Questa procedura va ripetuta 40 volte da una distanza di 30 cm. L’impronta che rimane sull’anta non deve superare la profondità di 2 mm.
  • RESISTENZA ALL’UMIDITÀ: anche questa verifica è normata, nella fattispecie se ne parla nella UNI EN 43. In questo caso l’anta viene posta in una cella climatizzata e la si fa passare repentinamente da un clima umido ad uno secco. Dopo questo trattamento l’infisso deve conservare le caratteristiche di planarità.
Per ottenere garanzie e certificazioni è sempre bene rivolgersi ad un rivenditore autorizzato. Questo, in base alla Legge 126/1991 “Norme per l’informazione del consumatore”, è tenuto a fornire all’acquirente, dopo l’acquisto, la SCHEDA PRODOTTO, che deve riportare: la denominazione legale e merceologica del prodotto, il nome e il marchio del produttore, l’eventuale presenza di sostanze che possono essere nocive per l’uomo o per l’ambiente, i materiali impiegati e i metodi di lavorazione, le istruzioni e le precauzioni d’uso.Quando l’infisso viene consegnato, deve esservi allegato il CERTIFICATO DI GARANZIA, che è valido 2 anni e riguarda tutte le componenti della porta comprese le cerniere e la serratura, ma solo se sono state correttamente montate e poste in opera, se c’è stato un appropriato utilizzo e un’adeguata manutenzione.Le aziende produttrici, almeno quelle più grandi e conosciute, sono in genere certificate ISO 9001 e ISO 14001: questo tipo di certificazione garantisce tutti i processi produttivi, che vengono continuamente migliorati.

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